mercoledì 7 giugno 2017

“LE INVIEREMO UN FEEDBACK SIA IN CASO POSITIVO CHE NEGATIVO”


Ho due lauree ed un master; non che questo sia così incredibile al giorno d’oggi, ma studio una professione da 10 anni. Ho dato quintali di esami, ho subito centinaia di interrogazioni ed ho sottolineato migliaia di libri. Se non bastasse, è dal primo anno di università che lavoro per mantenermi il più possibile autonomamente. Ho fatto la barista, la commessa, la promoter, la cameriera. Mi è piaciuto fare tutto quello che ho fatto, non mi sono mai lamentata anche se una parte di me continuava a rimarcare la temporaneità dei lavori che mi si presentavano, se non altro perché, ribadisco, sono 10 anni che ci metto tutta me stessa. Ho dovuto lasciare l’ultimo lavoro per frequentare il master a Milano, per il quale ho vinto una borsa di studio. Sono tornata a casa da un mese, ho spedito un numero di curriculum che supera di gran lunga quello dei testi universitari che ho dovuto comprare o (mi tocca ammetterlo) fotocopiare in questi anni. Ho iniziato dalle agenzie, fondazioni, associazioni culturali. Nessuna risposta. Non è il momento migliore per la cultura. Sono anni che non è il momento migliore per la cultura. Non arriverà MAI questo momento. Ma io, ingenua e romantica, sono ancora qui che aspetto.

Va bene, ritorniamo a qualche lavoro temporaneo, giusto per sopravvivere, mangiare, pagare le bollette. Altra valanga di CV. Alcuni mi rispondono: sono troppo qualificata, cercano una bellissima ventenne apprendista con esperienza. Io ho 29 anni, rientro nell’apprendistato, peccato, ma veramente peccato, per i miei 10 anni di esperienza lavorativa. Ad ogni modo mi sembra già di sentire i responsabili del personale delle attività in questione che si lamentano perché “queste ragazzine non sanno fare nulla” e ne hanno dovute licenziare ed assumere 10, una dietro l’altra! Si, certo, infatti loro sono nati sapendo già fare questi commenti del cazzo e sto cominciando a capire che i responsabili del personale di parecchie aziende intraprendono lo stesso iter di formazione degli opinionisti in tv.

Ottengo un bellissimo Assessment di 6 ore in una nota azienda di moda e ecommerce: 3 ore ad abbinare dei vestiti. Ci vogliono 2 lauree ed un master per mettere le scarpe giuste ad un cappottino di Marni. Non mi dispiace vestirmi per bene, mi ritengo anche esteticamente gradevole, purtroppo però non sono una fissata vittima dello shopping compulsivo. Scartata con un “ti manderemo un feedback sia in caso positivo che in caso negativo”; è passato un mese, lo sto ancora aspettando.

Un’attività commerciale interessata al mio CV mi propone un lavoro part-time a 40 minuti di macchina da casa ed è la migliore proposta sentita finora ma guadagnerei giusto i soldi necessari per pagarmi la benzina per andare a guadagnarmeli.

L’agenzia interinale mi spedisce a farmi una giornata come extra in una catena di abbigliamento retail. Nei grandi negozi delle super catene c’è sempre un bellissimo clima, lo stesso che immagino ci possa essere in un macello tra le povere mucche che aspettano la loro triste sorte. Non si parla, non si beve, non si va in bagno, nessuno ti spiega nulla e hai già il peccato originale. Io me la cavo stando in silenzio, come al solito, ma mi piacerebbe solo poter prendere da parte tutti i vari responsabili e spiegargli che la loro triste vita non può migliorare solo perché hanno la possibilità di trattare male qualche povera malcapitata come è successo a loro anni prima. Se davvero la vita è una ruota che gira, prima o poi ritornerà ancora indietro e non sarà piacevole avere altre persone con la nausea che aspettano di vedervela tornare sulla schiena (per essere molto eleganti). E poi c’è sempre quella cavolata delle 2 lauree ed un master che mi fa solo pensare che girare le grucce dal verso giusto non sia proprio il motivo del mio grosso investimento. Chissà in cosa sarà laureata la responsabile che insulta un’interinale perché ha piegato male una pila di pantaloni (che tra l’altro rimane piegata per un tempo complessivo che oscilla tra i 15 ed i 20 secondi).


Non so nemmeno io dove voglio arrivare alla fine. Consigliarvi di non studiare? Assolutamente no. La curiosità è il motore del mondo, sapere è così bello che non auguro a nessuno di non avere voglia, o le possibilità, di coltivare la propria mente. Esortarvi ad accontentarvi del lavoro che trovate? Ancora no. Non accontentatevi mai perché il lavoro impegna la maggior parte della nostra vita. Forse il mio consiglio è quello di fare qualsiasi cosa con amore e di vivere per le proprie possibilità. Io per fortuna non sono così a pezzi perché ho una famiglia che mi aiuta, ma piuttosto che abbinare vestiti e sentirmi una divinità preferirò sempre stare al mio posto e fare una cosa che mi può dare anche una minima soddisfazione, ma soprattutto trattare sempre, ma sempre, le altre persone con rispetto perché la ruota gira per tutti, anche per me.

domenica 15 novembre 2015

AmoreERispetto.

Esiste una parola francese che ho dovuto imparare appena arrivata a Parigi e che ho sempre trovato estremamente forte e rassicurante: si tratta di héberger, ospitare, che conserva questa assonanza con la parola albergo e mi fa pensare a tutte le cure e i comfort che si possono ottenere in una struttura dedicata all'accoglienza ma, allo stesso tempo mantiene la semplicità di un'offerta, di un piacere fatto ad un amico.

Parigi mi ha ospitata; mi ha fornito tutti gli strumenti per sentirmi a casa, non mi ha fatto mancare niente. Parigi mi ha messo a disposizione le sue strade, la sua musica, la sua magia e mi ha anche presentato altri suoi meravigliosi ospiti, che conservo nel cuore, senza mai chiedermi di sbrigarle le faccende di casa. Quando si è accorta che mi mancava la mia vera quotidianità, Parigi ha ospitato anche i miei amici e la mia famiglia e mi ha permesso di vedere gli occhi delle persone che amo brillare davanti alla gentilezza con la quale la città si offriva a loro. Parigi mi ha anche insegnato a pensare in grande perché mi ha fatta perdere per le sue grandi strade è ho dovuto fare grandi ragionamenti per ritrovare la via e anche perché mi ha svelato alcuni suoi grandi tristi segreti fatti di famiglie che dormono sui marciapiedi e povertà. 

Parigi ospita così affettuosamente altre migliaia di persone, migliaia di culture e cerca di fornire ad ognuno un albergo sicuro; è per questo legame forte che oggi sento ancora una pressione sullo stomaco per tutte le vittime.  Non esiste un posto nel mondo che abbia meno significato degli altri ma perdonatemi se il mio cuore sente di dover piangere per questa mancanza di amore perché c'erano tanti ragazzi proprio come me dentro quel locale. Tante vite in cerca di un albergo sicuro, stregati dalla magia di questa enorme città, che si lasciavano trasportare per le stesse grandi strade. 

Amore e rispetto. Questo voglio che sia il mio mantra. 

Io ho imparato da Parigi quanto sia meraviglioso ospitare ed amare i proprio ospiti. Agli ospiti il privilegio di ricambiare il favore.

giovedì 22 agosto 2013

LeVentNousPortera(TondiCerchiCiccioni)

Se fosse possibile decidere la direzione in cui debba muoversi una certa situazione, al posto del destino, nessuno sarebbe felice del risultato. Cara amica, la vita è perfetta nella sua incoerenza.
Il cambiamento ci rende vulnerabili ed incredibilmente forti allo stesso tempo.
In questo momento parlo a te cercando di convincere anche me stessa ma è normale avere un pò di timore, no? Anche se la paura esiste solo perchè siamo noi a darle un valore non significa che si debba smettere di provarla, è un sentimento così pieno; d'altra parte la felicità esiste per lo stesso motivo, se le abbiamo create entrambe è solo perchè una renda più vera l'altra.
Forse è proprio questo il consiglio che dovremmo seguire, dovremmo avere un po' di paura, quella che permette al cuore di sentirsi libero dall'egemonia della testa; lasciamola da sola a preoccuparsi di evitare uno sbaglio così lui può prendere le sue decisioni indisturbato.

Mi capitava spesso di pensare di non avere ancora combinato niente nel mio percorso. Ed era anche un po' vero. Ho visto quasi sempre lo stesso mare alla fin dei conti, mi sono sempre portata dietro le stesse sicurezze, le stesse comodità, ho sempre avuto soldi a sufficienza e sono tornata sempre da dov'ero partita, ogni volta con un colore in più tra le mie sfumature, ma sempre inesorabilmente al punto di partenza.
Chissà cosa cercavo.. Sentivo solo il vento fresco della novità e da quello mi facevo spostare senza oppormi in nessun modo. Volevo aprire le finestre e vedere ogni giorno un altro panorama.

Pian piano mi si aprono gli occhi e comincio a vedere le persone, non i luoghi, né i chilometri che mi separano da casa. Bé, in questo momento la lontananza da casa la vedo tutta, ma non come una vittoria, per la prima volta.
Sai, non ho ancora capito quale fosse il mio obbiettivo ad essere sincera ma la vita mi ha portata dove dovevo arrivare facendomi percorrere strade che solo lei conosce. Ci sono viaggi che non si possono rimandare o modificare, bisogna solo lasciarsi trasportare senza sentirsi in difetto.

Mentre uno dei miei cerchi sembra chiudersi, se ne apre uno dei tuoi, e non è di sicuro il primo come non sarà l'ultimo. Chissà cosa cerchiamo... Tu hai capito molto prima di me l'importanza delle persone e me l'hai trasmessa in tante maniere, forse ora l'unica cosa che posso fare io per ricambiare è condividere con te la forza e la paura del viaggio promettendo di essere presente quando un nuovo cerchio (o una spirale?!) si chiuderà proprio come avete fatto tu e altre poche insostituibili persone.




venerdì 17 maggio 2013

All I Need.

Sta finendo anche questa esperienza nella città magica; e come ogni nuovo inizio si fa il punto della situazione. Quante splendide novità si imparano e si scoprono ogni volta ma in questo caso mi va di raccontare un'incredibile conferma: quello che conta è sempre e solo l'amore.

Mi piace essere quella che si butta interamente nelle situazione perché, si è vero, ci si rimane male, si urla, si viene delusi, ci si fa venire il nervoso MA c'è una piccola splendida percentuale che può cambiarti la vita.

Ogni piccolo gesto è fondamentale. La vite è un regalo incredibile che non va sprecato e sono proprio le altre persone a dare importanza ai singoli momenti, è sempre quello il mantra "la felicità non esiste se non è condivisa". Fidatevi, incazzatevi, mandate affanculo chi se lo merita ma amate tanto chi rende la vostra vita un viaggio migliore. Il regalo più grande che possiate ricevere è un semplice pensiero disinteressato.

E così voglio dire che amo una vera amica, una sorella che sa quand'è il momento di prepararti il pollo al curry, di scherzare e di bere birra e sticazzi. Amo una compagnia di viaggio che mi fa ridere fino alle lacrime anche dentro al bar sport. Amo una socia incredibile con cui pianificare un'intera giornata e non rispettare neanche un minuto del piano. Amo una persona speciale che mi riempie di hamburger quando tutto mi sembra cadermi addosso. Amo tornare a casa e avere la persona più incredibile che io abbia mai conosciuto che mi aspetta pronta a farsi un nuovo tatuaggio perchè sappiamo entrambe che qualsiasi cosa succeda al mondo ci basterà un sguardo per capire che infondo non siamo mai state lontane nemmeno un minuto. Amo una sorella che sa sempre come farmi sentire a casa, con la sua "diplomazia". Amo che la sandra e franco siano sempre semplicemente loro, unici ed irripetibili. Amo tutti quei piccoli pensieri che rendono la mia vita la vera esperienza magnifica. Amo che tutto finisca per iniziare di nuovo e amo che i nuovi inizi siano piani di pensieri felici, quelli che ti svegliano la mattina e ti fanno contare i giorni con una bellissima stretta allo stomaco.


lunedì 22 aprile 2013

Cattività

L'arte salva le persone che se lo meritano. Parlo della vera arte, la musica, le sensazioni; quando note e parole hanno il potere di cambiare l'umore.
Tu, persona vuota che non ascolta, che sente e basta, che se rimane più di due minuti con se stessa non sa nemmeno a cosa pensare, ecco io provo pietà per te. Provo pietà per la tua vita fatta di niente.

Dirò consapevolmente una cattiveria che considero una sacrosanta verità: chi nasce senza alcuna sensibilità e capacità artistica NON l'acquisirà MAI. Non sono vere quelle stronzate del tipo "è questione di esercizio", "se vai a lezione impari", "è solo questione di tirare fuori il talento", eh no, o ce l'hai o non ce l'hai. Ci sono persone che non ce l'hanno, per niente. E non so fino a che punto siano utili all'interno della nostra società. Non è necessario che chi possiede questo tipo di talento lo eserciti, o non esclusivamente; chi lo possiede ascolta, guarda, non c'è bisogno che agisca, la sua sensibilità è salva e la sua vita è completa comunque.
Chi sente e vede non è utile.

Tu che ti preoccupi di guadagnare denaro, che non parli nemmeno con tua moglie, che non cresci tua figlia, che ti ammali dal nervoso (e te lo meriti), che hai provato a pagare qualcuno perchè ti aiutasse a trovare quel briciolo di sensibilità artistica della quale non sei assolutamente dotato invece di sovvenzionare quelli che ce l'hanno davvero ma non hanno i mezzi (perchè sei uno stolto egoista) o tu che ti fai mantenere da tuo marito, che con tutti soldi che hai non ti sei preoccupata di comprarti neanche un cd, che sai a malapena leggere e non conosci i fratelli Coen stai lentamente morendo, come direbbe Neruda, e non sarò sicuramente io a portarti al pronto soccorso.

sabato 1 dicembre 2012

ScaleELampadine

Vorrei una scala di legno piena di libri. Vorrei un divano rosso. Vorrei che una carrozza mi venisse incontro mentre cammino per queste strade tutte uguali e che mi portasse in un Bistrot a chiacchierare con Duchamp. Vorrei sentirmi dire da lui che la vita è assurda, che tutto è arte e che niente è artistico. Vorrei che fosse più facile tornare a casa. Vorrei che bastasse decidere di averne abbastanza per poter fare le valigie e seguire il vento. Vorrei saper fare i cioccolatini. Vorrei che qualcuno mi regalasse dei fiori gialli. Vorrei la musica; vorrei essere musica per qualcuno. Vorrei.

Non c'è nemmeno la neve qui.
Vorrei capire che non c'è nessun bisogno di arrivare fino infondo quando si sa già dal principio come andrà a finire. Quando si spegne la luce tutti i luoghi diventano uguali. 

mercoledì 11 luglio 2012

SeAvessiLeRuoteSareiUnaCarriola

Tanta fatica sprecata. Innervosirsi, pensare, riflettere, costruire fragilissimi ponti su fiumi mentali inesistenti sono tutte, nessuna esclusa, azioni assolutamente inutili.
Ci sono lati del carattere che non riusciremo mai a modificare; atteggiamenti altrui che ci daranno sempre immensamente fastidio; legami che non romperemo mai, a costo di farci massacrare; pregiudizi che non saremo mai in grado di non prendere in considerazione, a volte proprio perchè ci ostiniamo razionalmente a voler essere totalmente imparziali.

Io non sopporterò mai sbucciare le mele. Odio quando troppa polpa rimane attaccata alla buccia. Guarderò sempre le altre cantanti con diffidenza, anche se non ho più il motivo di farlo. Mi lamenterò ogni volta che qualcuno sarà più in ritardo di me. Mai al mondo, poi, mi libererò di quel maledetto filo invisibile che mi tira forte in una direzione quando cerco di scappare e si allunga appena faccio due passi indietro. Ma la cosa terribile è che quel filo è destinato ad essere sempre teso, da una parte o dall'altra. Qualcuno diceva che fosse triste che due linee parallele non si incontrassero mai pur correndo una affianco all'altra, ma non è forse più triste che due linee si incontrino per poi continuare a correre ognuna verso il lato opposto, lontanissime ? We're just two lost souls swimming in a fish bowl, year after year, running on the same old groun; what have we found? same old fears, wish you were here.